Napoli, 9 settembre 2014 – Un matassa da sciogliere per arrivare alla verità sulla morte del 17enne Davide Bifolco, colpito dal proiettile partito dall’arma di un carabinieri nella notte tra giovedì 4 e venerdì 5 settembre. E’ questo l’unico dato di cui sono certi i pubblici ministeri di Napoli titolari dell’inchiesta. Al vaglio degli inquirenti tre versioni, due dei carabinieri una di un testimone. I fatti ricostruiti coincidono fino ad un certo punto. Intorno alle 3 di quella notte al Rione Traiano una gazzella dei carabinieri intima l’alt ad uno scooter Sh con tre ragazzi a bordo, si scoprirà poi che uno era il 17enne ucciso, l’altro il 18enne Salvatore Triunfo, mentre è ancora giallo sull’indentità del terzo. I tre non si fermano, parte l’inseguimento. L’auto dei militari sperona il motorino, il conducente perde l’equilibrio e cade nella zona di via Cinthia. Uno dei tre fugge, gli altri restano sull’asfalto. Fin qui tutte le versioni coincidono. Le dissonanza sono cui che sarebbe avvenuto dopo. Secondo il militare che ha espulso il colpo mortale e che ora indagato per omicidio colposo, uno dei tre ragazzi sarebbe fuggito, lui ne avrebbe fermato un secondo e pistola alla mano sarebbe partito accidentalmente il colpo che ha ucciso Davide. Un incidente dunque. La premessa di quella pistola col colpo in canna starebbe nel fatto che secondo i carabinieri sul quel mezzo ci sarebbe stato Arturo Equabile, pregiudicato evaso dai domiciliari e che proprio lui, al centro tra gli altri due passeggeri impugnasse una pistola, “Fo visto lo scintillio”, ha detto il 32enne, “e così come da protocollo ho caricato l’arma”. La sua versione è confermata dal suo collega che sottolinea la possibilità di quell’arma impugnata dal presunto latitante, quello che è poi fuggito. Tutt’altra la versione di Triunfo secondo cui era lui alla guida dello scooter ceduta poi al terzo sconosciuto, che secondo il 18enne sarebbe Vincenzo Ambrosio e non il latitante Equabile. “Eravamo tornati da un giro insieme”, dice Triunfo, “eravamo su quello scooter”. La versione della cronaca coincide con quella dei carabinieri ma per Triunfo il colpo sarebbe stato volontario e non accidentale. A confermare che sul motorino non ci fosse nessun latitante è lo stesso 20enne ambrosio che conferma così la versione di Triunfo. Una matassa da sciogliere, appunto quella per il pm Manuela Persico titolare dell’inchiesta dove l’unica certezza è che un ragazzino poco più che adolescente è stato ucciso.
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